Le lacrime che scendono silenziose nel buio della tua stanza mentre cerchi di prendere sonno. Quelle che ti rigano il volto alla fine di una festa (è andata come è andata, non è andata come volevo).
Quelle che provi a trattenere con le tue forze- guardo in alto, respiro a fondo- "Davvero, non è niente, sto bene è la luce dei lampioni che mi fa lacrimare l'occhio".
Le lacrime che proprio non sei riuscita a nascondere e quelle che non hai permesso agli altri di vedere. Le lacrime che ti hanno rovinato il trucco nei momenti meno opportuni e quelle che ancora non sei riuscita a piangere.
Le lacrime con cui avresti potuto scatenare una pioggia battente che solo Londra conosce e invece hai preferito far cadere ad una ad una in religioso silenzio. Quelle lacrime che ti rigano il volto e bruciano sulla faccia. Le lacrime di cui ti sei vergognata, quelle che hai dimenticato, quelle del "non ce la faccio più".
Ci hanno cresciute con la convinzione che piangere sia una cosa da bambini, che a piangere siano i deboli, i falliti. Ed invece un giorno ti rendi conto che per piangere da adulti, ci vuole un coraggio incredibile, quasi immenso.
Riconoscersi fragili (noi che pensavamo di poter conquistare il mondo, sempre e comunque), mettersi a nudo (noi che rifuggiamo la prova costume, figuriamoci il nudo integrale dell'anima), fermarsi a prendere fiato (noi che viaggiamo sempre con il turbo), affrontare l'infelicità, chiedere aiuto: sì, piangere da adulti significa fare tutte queste cose insieme. E richiede tanto coraggio.
Ma è proprio il coraggio a renderci liberi- dagli schemi, dalle convenzioni sociali, dall'orgoglio- e la libertà è l'unica cosa che può ricondurci a noi stessi.
Il punto di partenza per la tua felicità.
Sì, ogni volta che piango (ed ammetto-ahi che dolor!-che in questo periodo sta capitando un po' spesso) sento di fare un regalo a me stessa: è solo un periodo di merda e tu sei umana e quindi va bene così. Ne usciremo.
Sì, come queste lacrime qui ne usciremo anche noi.
Nessun commento:
Posta un commento