I geni del packaging non risiedono però nel mio DNA e ogni volta che mi sento rispondere dalla cassiera di qualche negozio: "No guarda, noi i pacchetti regalo non li facciamo, ma-se-vuoi-ti-do-il-materiale-per-confezionarli-a-casa", mi sale l'Ade.
Non ho capito: ho dovuto prendere a gomitate buona parte dei clienti presenti per conquistare i miei spazi-manco fossi stata sotto il palco dei Guns n'Roses in concerto (Welcome to the juuuungle!!!)- ho riempito il mio carrello, ho strisciato il bancomat senza fiatare e tu ora mi vieni a dire che ti pesa fare due pacchetti, manco ti avessi chiesto di incartare la Torre Eiffel in scala naturale?!
Che poi ad essere pignoli, se mi dai il materiale mi devi dare anche le istruzioni di imballaggio. Perchè va bene che vuoi fare la scarica-barile con me: ma abbi un po' di cuore, siamo pur sempre sotto Natale eccheccazzo!!! (so che le parolacce non sono politically correct in questo periodo, ma quando ci vuole, ci vuole).
Così ogni anno è la stessa storia: metto un CD di musica natalizia-in realtà un po' più di uno dati i miei tempi biblici per incartare le cose di cui sopra- accendo una candela alla cannella-la cui fiamma tremolante sembra quasi scuotere il capo, della serie "e anche quest'anno non ce la può fare"-, sistemo il tavolo tra carte, forbici, scotch, nastrini e coccarde colorate e cerco di invocare lo spirito di qualsivoglia folletto di Babbo Natale.
Dopodichè inizia la tragedia: perchè può anche darsi che qualche folletto si impossessi di me, ma deve trattarsi in genere di un folletto con grave dipendenza da ecstasy.
E' dalla prima elementare che continuo a chiedermi che razza di problemi hanno le mie forbici con me: perchè io non riesco a tagliare "dritto per dritto" come tutti gli altri esseri della terra? E vogliamo forse parlare dello scotch di cui puntualmente non trovo il segno o dei nastrini da arricciare con la forbice che più che arricciarsi sembrano reduci da una permanente stile Luigi XIV?!
Non voglio dilungarmi troppo sulle mie oggettive difficoltà nel tirare e piegare la carta, ma dove è quel pirla di Giovanni Muchacha quando serve?!
Potete dunque immaginare come in questo delirio i miei pacchetti escano una vera e propria schifezza.
L'unica cosa positiva è che l'oggettiva bruttezza del mio packaging rientri nella famosa legge delle "apparenze che ingannano": il pacchetto farà pure cagare ma almeno il contenuto è stato scelto con cura ed amore.
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